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ORTOPEDIA
DEL GINOCCHIO

Trattamenti Avanzati per le Patologie del Ginocchio

Il ginocchio è una delle articolazioni più sollecitate del nostro corpo, soggetta a lesioni e patologie degenerative. Grazie ai progressi della chirurgia ortopedica, oggi esistono diverse soluzioni per il trattamento ortopedico del ginocchio e di problematiche come artrosi, lesioni meniscali, lussazioni e instabilità legamentosa.

Il Dott. Bigliazzi specialista ortopedico del ginocchio offre trattamenti personalizzati per recuperi ottimali: dalle terapie conservative fino all’intervento di protesi al ginocchio.

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Ortopedico a Lucca, Dott. Bigliazzi visita specialistica al ginocchio con tecniche avanzate

Trattamenti e interventi
del ginocchio

Il Dott. Bigliazzi svolge la sua attività chirurgica presso strutture ospedaliere specializzate ed effettua visite ambulatoriali in centri medici qualificati, garantendo ai pazienti un percorso di cura completo e strutturato.

Ambulatorio ortopedico per interventi al ginocchio a Lucca

01

Protesi ginocchio

La protesi di ginocchio è un intervento chirurgico indicato per i pazienti con artrosi avanzata o gravi danni articolari. Consiste nella sostituzione totale o parziale dell'articolazione con una protesi artificiale, ripristinando la funzionalità del ginocchio e riducendo il dolore.

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Cause

L’artrosi è la causa principale per una protesi al ginocchio. Questa condizione è caratterizzata da una progressiva usura della cartilagine articolare, con conseguente dolore e limitazione dei movimenti. Anche l’artrite reumatoide, una patologia autoimmune che colpisce le articolazioni, può portare alla degenerazione articolare. Infine, fratture o lesioni gravi al ginocchio possono compromettere in modo irreversibile la funzionalità dell’articolazione, rendendo necessario l’intervento chirurgico.

Sintomi

I pazienti con necessità di una protesi al ginocchio manifestano un dolore cronico che può persistere anche a riposo, rendendo difficili anche le attività quotidiane più semplici, come camminare o salire le scale. La rigidità articolare è un altro sintomo comune, spesso accompagnata da gonfiore e, nei casi più avanzati, da una vera e propria deformità dell’articolazione.

Diagnosi

Per diagnosticare la necessità di una protesi al ginocchio, l’ortopedico effettua una valutazione clinica approfondita. L’esame fisico permette di valutare la mobilità e la stabilità del ginocchio, mentre esami di diagnostica per immagini come le radiografie e la risonanza magnetica aiutano a determinare il grado di usura dell’articolazione e a pianificare il miglior trattamento.

Trattamenti conservativi

Prima di ricorrere a un intervento di protesi al ginocchio, è possibile tentare un approccio conservativo. La fisioterapia aiuta a rafforzare i muscoli circostanti e a migliorare la mobilità articolare. Le infiltrazioni di acido ialuronico o corticosteroidi possono ridurre l’infiammazione e il dolore, mentre i farmaci antidolorifici e antinfiammatori rappresentano un valido supporto per la gestione del dolore.

Intervento chirurgico

L’intervento di protesi al ginocchio è necessario se le terapie conservative non sono efficaci. La protesi totale prevede la sostituzione completa dell’articolazione, mentre la protesi parziale interessa solo la parte danneggiata, preservando il tessuto sano. La scelta tra le due soluzioni dipende dall’estensione del danno articolare.

Tempistiche di riabilitazione

Il recupero dopo la protesi al ginocchio inizia già nei primi giorni con la mobilizzazione assistita. Dopo circa due settimane si rimuovono i punti e si intensifica la fisioterapia per migliorare mobilità e forza muscolare. In genere, entro 4-6 settimane il paziente recupera una buona autonomia nella deambulazione. Il ritorno completo alle normali attività avviene tra i 3 e i 6 mesi, a seconda dell’età, delle condizioni generali e dell’impegno nel percorso riabilitativo.

Complicanze possibili

Come per ogni intervento chirurgico, anche la protesi al ginocchio può comportare alcune complicanze, sebbene siano poco frequenti. Le più comuni includono infezioni, rigidità articolare, trombosi venosa profonda o problemi legati all'usura o al malposizionamento della protesi. In casi rari, può essere necessario un nuovo intervento di revisione. Un’adeguata preparazione e un attento percorso post-operatorio riducono significativamente questi rischi.

Prevenzione

Per preservare la salute del ginocchio ed evitare l’intervento chirurgico, è importante mantenere un peso corporeo adeguato, poiché l’eccesso di peso aumenta il carico sull’articolazione. È consigliabile inoltre evitare attività ad alto impatto e praticare esercizi mirati per rafforzare i muscoli del ginocchio. Tutto ciò contribuisce a ridurre il rischio di degenerazione articolare.

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INIEZIONE DI CELLULE STAMINALI

L’iniezione di cellule staminali è un trattamento innovativo per artrosi o lesioni cartilaginee. Le cellule, prelevate dal paziente, favoriscono la rigenerazione dei tessuti danneggiati, riducono l’infiammazione e migliorano la funzionalità articolare senza interventi invasivi.

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Cause

Le iniezioni di cellule staminali vengono impiegate per trattare patologie articolari in fase iniziale o intermedia, come l’artrosi del ginocchio o piccole lesioni cartilaginee. Le cause di queste condizioni includono l’usura articolare legata all’età, traumi ripetuti o patologie infiammatorie croniche. Le cellule staminali, grazie alla loro capacità rigenerativa, offrono un’opzione terapeutica per rallentare la degenerazione articolare e favorire la riparazione dei tessuti.

Sintomi

I pazienti candidati al trattamento con cellule staminali presentano sintomi come dolore localizzato durante il movimento, rigidità articolare, lieve gonfiore e difficoltà a compiere gesti quotidiani, soprattutto dopo sforzi o attività fisica. In fase precoce, il dolore tende a migliorare con il riposo, ma può diventare più persistente con la progressione della patologia.

Diagnosi

La diagnosi si basa su una valutazione clinica approfondita, con esame obiettivo e analisi della storia del paziente. Vengono eseguiti esami strumentali come radiografie, risonanza magnetica e, in alcuni casi, artroscopia diagnostica per valutare l’entità del danno cartilagineo e stabilire se il paziente è un buon candidato per la terapia rigenerativa.

Trattamenti conservativi

Prima di ricorrere alla terapia con cellule staminali, si possono tentare approcci conservativi come fisioterapia, infiltrazioni con acido ialuronico o cortisonici, e modifiche dello stile di vita. Tuttavia, in pazienti selezionati, l’uso delle cellule staminali può rappresentare un’opzione intermedia tra la terapia conservativa e l’intervento chirurgico.

Intervento chirurgico

L’iniezione di cellule staminali non è un intervento chirurgico invasivo. Si tratta di una procedura ambulatoriale che prevede il prelievo di cellule staminali dal midollo osseo o dal tessuto adiposo del paziente, la loro preparazione in laboratorio e la successiva infiltrazione ecoguidata nell’articolazione danneggiata, in condizioni di sterilità e sicurezza.

Tempistiche di riabilitazione

La ripresa è generalmente rapida. Dopo l’infiltrazione, il paziente può tornare alle attività quotidiane nel giro di pochi giorni, evitando sforzi intensi per alcune settimane. La fisioterapia può essere indicata per potenziare l’effetto del trattamento, migliorando la mobilità e la forza muscolare dell’articolazione.

Complicanze possibili

Le complicanze sono rare ma possibili. Possono includere dolore temporaneo nella sede di infiltrazione, gonfiore articolare o, in rari casi, infezioni. Il trattamento è generalmente ben tollerato, poiché utilizza cellule autologhe, riducendo il rischio di reazioni avverse.

Prevenzione

Per rallentare la degenerazione articolare e ottimizzare l’efficacia delle terapie rigenerative, è fondamentale mantenere un peso adeguato, praticare regolare attività fisica a basso impatto e correggere eventuali alterazioni dell’assetto posturale o della biomeccanica articolare.

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ARTROSI DEL GINOCCHIO

L’artrosi del ginocchio è una patologia degenerativa che comporta l’usura della cartilagine articolare, provocando dolore, rigidità e limitazione nei movimenti. Il suo trattamento include fisioterapia, infiltrazioni o l’intervento chirurgico, a seconda delle esigenze specifiche.

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Cause

L’artrosi del ginocchio è una patologia degenerativa caratterizzata dalla progressiva usura della cartilagine articolare. Le cause più comuni includono l’invecchiamento, il sovraccarico articolare dovuto al sovrappeso, traumi pregressi, squilibri posturali e predisposizione genetica. Anche attività sportive ad alto impatto o lavori che sollecitano ripetutamente il ginocchio possono accelerare il processo degenerativo.

Sintomi

Il sintomo principale dell’artrosi è il dolore al ginocchio, che inizialmente compare sotto sforzo e, con il tempo, anche a riposo. Altri sintomi includono rigidità mattutina, gonfiore, scricchiolii articolari e progressiva limitazione dei movimenti. Nelle fasi avanzate, può comparire una deformità dell’articolazione e una marcata instabilità.

Diagnosi

La diagnosi viene formulata attraverso una valutazione clinica approfondita, che comprende l’anamnesi e l’esame fisico. Radiografie del ginocchio permettono di valutare il grado di riduzione dello spazio articolare e la presenza di osteofiti. In alcuni casi, la risonanza magnetica è utile per indagare l’integrità della cartilagine, dei legamenti e dei menischi.

Trattamenti conservativi

Nei casi iniziali o moderati, il trattamento dell’artrosi può essere conservativo. La fisioterapia mirata aiuta a rafforzare i muscoli che stabilizzano il ginocchio, migliorando la funzionalità articolare. Le infiltrazioni di acido ialuronico o corticosteroidi possono ridurre l’infiammazione e il dolore. La perdita di peso è un elemento chiave nella gestione della malattia, poiché riduce il carico sull’articolazione.

Intervento chirurgico

Quando l’artrosi ginocchio protesi rappresenta l’unica opzione possibile per ripristinare la funzionalità articolare, l’intervento chirurgico diventa necessario. L’ortopedico può proporre un’osteotomia correttiva oppure una sostituzione protesica, totale o parziale, a seconda del grado di degenerazione.

Tempistiche di riabilitazione

Il recupero varia in base al tipo di trattamento effettuato. In caso di terapia conservativa, i miglioramenti possono essere graduali e richiedere alcune settimane. Dopo un intervento chirurgico, il percorso riabilitativo è più strutturato e prevede esercizi specifici per recuperare forza, mobilità e stabilità, con un ritorno progressivo alle normali attività.

Complicanze possibili

L’artrosi in fase avanzata può portare a una perdita significativa della funzionalità articolare e a un peggioramento della postura e della deambulazione. Se si ricorre all’intervento chirurgico, le possibili complicanze includono infezioni, rigidità articolare, dolore persistente o, più raramente, problemi legati all’impianto protesico.

Prevenzione

Per prevenire o rallentare l’artrosi del ginocchio è importante mantenere uno stile di vita attivo ma equilibrato. Evitare il sovrappeso, praticare attività fisica a basso impatto come nuoto o ciclismo, curare la postura e prevenire i traumi articolari rappresentano strategie fondamentali per tutelare la salute del ginocchio nel tempo.

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LUSSAZIONE DELLA ROTULA

La lussazione della rotula si verifica quando fuoriesce dalla sua sede naturale, causando dolore acuto e instabilità. È frequente negli sportivi o in presenza di predisposizioni anatomiche. Il trattamento può essere conservativo o chirurgico, a seconda dei casi specifici.

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Cause

La lussazione della rotula si verifica quando la rotula fuoriesce dalla sua sede naturale (troclea femorale), spostandosi lateralmente. Le cause possono essere traumatiche, come una caduta o una torsione improvvisa, oppure strutturali, legate a disallineamenti anatomici, iperlassità legamentosa o displasia della troclea femorale.

Sintomi

Il sintomo più evidente della lussazione della rotula è un forte dolore acuto durante l’evento traumatico, associato a gonfiore immediato, impossibilità a muovere il ginocchio e una sensazione di instabilità. In caso di lussazioni ricorrenti, il paziente può avvertire insicurezza nel movimento e timore di nuovi episodi anche in attività quotidiane.

Diagnosi

La diagnosi si basa sulla visita ortopedica, che valuta la stabilità rotulea e la presenza di segni di lussazione. Le radiografie sono utili per verificare eventuali fratture associate, mentre la risonanza magnetica permette di analizzare i legamenti, i tessuti molli e la morfologia articolare per impostare un corretto piano terapeutico.

Trattamenti conservativi

In caso di primo episodio traumatico senza lesioni associate, il trattamento conservativo prevede immobilizzazione temporanea, ghiaccio, farmaci antinfiammatori e successiva fisioterapia per rinforzare i muscoli del quadricipite e stabilizzare la rotula. Tuttavia, nei casi di instabilità recidivante, questa opzione può non essere sufficiente.

Intervento chirurgico

Se la lussazione tende a ripetersi o se si evidenziano alterazioni anatomiche significative, è indicato l’intervento chirurgico. Le tecniche includono la ricostruzione del legamento patello-femorale mediale (MPFL), il riallineamento della rotula o, nei casi complessi, interventi ossei correttivi. L’obiettivo è ripristinare la stabilità e prevenire recidive.

Tempistiche di riabilitazione

Dopo l’intervento, il percorso riabilitativo prevede inizialmente il controllo del dolore e il recupero dell’estensione articolare. Successivamente, si lavora sul rinforzo muscolare e sul recupero della propriocezione. Il ritorno all’attività sportiva può richiedere dai 3 ai 6 mesi, a seconda della tecnica utilizzata e della risposta individuale.

Complicanze possibili

Le complicanze più comuni includono rigidità articolare, dolore anteriore del ginocchio, instabilità persistente o recidive. In alcuni casi può verificarsi un’artrosi precoce se la rotula non è ben centrata. Una corretta selezione del trattamento e una riabilitazione mirata riducono significativamente il rischio di complicanze.

Prevenzione

La prevenzione si basa sul miglioramento del tono muscolare del quadricipite, in particolare del vasto mediale obliquo, e sul controllo della biomeccanica del gesto sportivo. È importante evitare sollecitazioni eccessive in pazienti predisposti e trattare precocemente i primi episodi per evitare cronicizzazioni.

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RICOSTRUZIONE LEGAMENTOSA

La ricostruzione legamentosa è un intervento chirurgico indicato in caso di lesione ai legamenti del ginocchio, in particolare di quello crociato anteriore, e mira a ripristinare la stabilità articolare per il ritorno a una piena funzionalità di pazienti sportivi o attivi.

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Cause

La lesione dei legamenti del ginocchio, in particolare del legamento crociato anteriore (LCA), è una delle più comuni tra gli sportivi. Può verificarsi a seguito di un trauma diretto, un movimento di torsione improvviso o una caduta con il piede bloccato. Anche attività lavorative o incidenti stradali possono causare danni ai legamenti, compromettendo la stabilità articolare.

Sintomi

I sintomi di una lesione legamentosa includono dolore acuto immediato, sensazione di “cedimento” del ginocchio, gonfiore rapido e difficoltà a sostenere il peso sull’arto. In fase cronica, i pazienti lamentano instabilità, insicurezza durante il cammino o lo sport e, talvolta, dolore persistente legato a lesioni associate.

Diagnosi

La diagnosi si basa su un’attenta valutazione clinica con test specifici per la stabilità legamentosa. La risonanza magnetica è fondamentale per confermare la lesione e valutare eventuali danni associati a menischi, cartilagine o altri legamenti. Nei casi dubbi, può essere utile anche un esame artroscopico.

Trattamenti conservativi

In pazienti poco attivi o con lesioni parziali, si può optare per un trattamento conservativo, che prevede fisioterapia mirata al potenziamento muscolare, uso di tutori e modifiche delle attività quotidiane. Tuttavia, nei soggetti giovani e sportivi, l’instabilità residua rende spesso necessario l’intervento chirurgico.

Intervento chirurgico

La ricostruzione del legamento avviene tramite tecnica artroscopica mini-invasiva. Si utilizza un innesto tendineo autologo (prelevato dal paziente) o, più raramente, da donatore. L’obiettivo è ripristinare la stabilità dell’articolazione e prevenire danni futuri a menischi e cartilagine, permettendo il ritorno all’attività sportiva.

Tempistiche di riabilitazione

La riabilitazione post-operatoria è fondamentale e si sviluppa in diverse fasi. Nelle prime settimane si lavora sul recupero dell’estensione e del tono muscolare. Progressivamente si introduce il carico, l’equilibrio e la forza. Il ritorno allo sport avviene generalmente tra i 6 e i 9 mesi, a seconda dei progressi individuali.

Complicanze possibili

Le complicanze includono rigidità articolare, dolore anteriore del ginocchio, rottura dell’innesto o fallimento della stabilizzazione. Con una tecnica chirurgica corretta e una riabilitazione personalizzata, la maggior parte dei pazienti ottiene un recupero funzionale completo, anche per l’attività sportiva ad alto livello.

Prevenzione

La prevenzione passa attraverso il rinforzo muscolare, l’allenamento propriocettivo e il miglioramento della tecnica sportiva. È importante prestare attenzione durante attività che comportano cambi di direzione o salti. Nei soggetti con instabilità lieve, l’uso di ortesi può ridurre il rischio di infortuni gravi.

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LESIONI MENISCALI

Le lesioni meniscali colpiscono i cuscinetti fibrocartilaginei del ginocchio e possono essere causate da traumi o usura progressiva. I sintomi includono dolore, gonfiore e blocchi articolari. Il trattamento può essere conservativo o chirurgico, con tecniche mini-invasive.

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Cause

Le lesioni meniscali sono tra le patologie più comuni del ginocchio e possono derivare da movimenti rotatori improvvisi, traumi sportivi o sollecitazioni eccessive dell’articolazione. Nei pazienti più giovani, sono spesso legate ad attività agonistiche, mentre nei soggetti più anziani possono insorgere per usura progressiva del tessuto meniscale, anche in assenza di traumi evidenti.

Sintomi

I sintomi principali includono dolore localizzato al lato interno o esterno del ginocchio, gonfiore, sensazione di instabilità e difficoltà nell’estensione completa dell’articolazione. In alcuni casi, il ginocchio può bloccarsi o produrre rumori durante i movimenti, a causa della presenza di un frammento meniscale interposto.

Diagnosi

La diagnosi si basa su un’accurata visita ortopedica, con test clinici specifici per valutare la funzionalità del menisco. La risonanza magnetica è l’esame di riferimento per identificare il tipo, la sede e l’estensione della lesione, distinguendo tra rotture traumatiche e degenerative, e aiutando a stabilire la strategia terapeutica più adatta.

Trattamenti conservativi

Non tutte le lesioni meniscali richiedono un intervento chirurgico. Nei casi meno gravi o degenerativi, il trattamento può essere conservativo: riposo, fisioterapia, ghiaccio, farmaci antinfiammatori e, se indicato, infiltrazioni. Il potenziamento muscolare e il recupero della mobilità sono fondamentali per migliorare la funzionalità e ridurre il dolore.

Intervento chirurgico

In caso di lesioni più complesse o sintomatiche, l’ortopedico può indicare un trattamento artroscopico. A seconda della lesione, si può optare per una meniscectomia selettiva (rimozione della parte danneggiata) o una sutura meniscale, che mira a conservare il tessuto. La decisione dipende da età, tipo di lesione e stato generale del menisco.

Tempistiche di riabilitazione

Dopo una meniscectomia, il recupero è generalmente rapido, con ritorno alle normali attività in poche settimane. In caso di sutura meniscale, i tempi sono più lunghi e prevedono una riabilitazione graduale per proteggere il processo di guarigione. La fisioterapia post-operatoria è essenziale per ripristinare la funzionalità del ginocchio.

Complicanze possibili

Le principali complicanze includono dolore residuo, gonfiore persistente o rigidità articolare. In alcuni casi, può verificarsi una recidiva della lesione o l’insorgenza precoce di artrosi, soprattutto se viene rimosso un ampio segmento di menisco. Gli interventi artroscopici, tuttavia, presentano un basso rischio di complicanze gravi.

Prevenzione

Per prevenire le lesioni meniscali è utile evitare movimenti bruschi e rotatori, soprattutto durante l’attività sportiva. Un adeguato riscaldamento, il potenziamento muscolare del quadricipite e degli ischiocrurali, insieme al mantenimento di un buon controllo posturale, contribuiscono a proteggere il menisco e a ridurre il rischio di infortuni.

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FAQ ORTOPEDIA DEL GINOCCHIO

01

Quando è necessario ricorrere alla protesi di ginocchio?

La protesi al ginocchio è indicata in presenza di artrosi avanzata o gravi danni articolari non più gestibili con terapie conservative. Viene proposta quando il dolore compromette in modo significativo la qualità della vita e la funzionalità dell’articolazione. Se soffri anche di problemi articolari in altre zone, puoi approfondire i trattamenti di Ortopedia dell’Anca.

02

Le iniezioni di cellule staminali sono dolorose?

Il trattamento è generalmente ben tollerato e viene eseguito in anestesia locale. Il dolore post-infiltrazione è minimo e gestibile con semplici analgesici. La procedura è ambulatoriale e non richiede ricovero.

03

Quanto tempo serve per recuperare dopo una ricostruzione del legamento crociato?

Il ritorno alle normali attività avviene generalmente entro 2–3 mesi, mentre il ritorno allo sport è previsto tra i 6 e i 9 mesi, a seconda della risposta individuale e della costanza nel percorso riabilitativo.

04

È possibile prevenire l’artrosi del ginocchio?

Sì. Mantenere un peso adeguato, praticare regolare attività fisica a basso impatto, rafforzare la muscolatura del ginocchio ed evitare i traumi sono strategie efficaci per ridurre il rischio di artrosi e rallentarne la progressione.

05

Quali sono le principali aree di intervento dell’ortopedia specialistica?

Il Dott. Nicola Bigliazzi offre soluzioni per patologie di ginocchio, spalla, anca e menisco. Scopri di più su: ortopedia del ginocchio, ortopedia della spalla, ortopedia dell’anca, operazione menisco e operazione dell’alluce valgo.

Il dottor Nicola Bigliazzi, ortopedico a Lucca e Livorno, nel suo studio medico al computer

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