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ORTOPEDICO
SPECIALISTA ANCA

Trattamenti Avanzati per le Patologie dell’anca

L’anca è un’articolazione centrale per la stabilità e il movimento. Traumi, infiammazioni o patologie degenerative possono comprometterne la funzionalità. Il Dott. Bigliazzi, ortopedico specialista anca, offre trattamenti personalizzati: dalle terapie conservative fino agli interventi di protesi più avanzati.

Il Dott. Nicola Bigliazzi, ortopedico specialista anca, offre trattamenti personalizzati per recupero ottimali: dalle terapie conservative fino all’intervento di protesi all'anca.

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Ortopedico specialista anca Lucca - Dott. Nicola Bigliazzi visita patologie dell’anca

TRATTAMENTI E INTERVENTI DELL’ANCA

Il Dott. Bigliazzi svolge la sua attività chirurgica presso strutture ospedaliere specializzate, ed effettua visite ambulatoriali in centri medici qualificati, garantendo ai pazienti un percorso di cura completo e strutturato.

Intervento chirurgico anca a Lucca presso struttura ortopedica specializzata

01

PROTESI DELL’ANCA

La protesi dell’anca è un intervento chirurgico indicato nei casi di artrosi avanzata o gravi danni articolari. Consiste nella sostituzione dell’articolazione con una protesi artificiale, consentendo di recuperare la mobilità, ridurre il dolore e migliorare la qualità della vita.

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Cause

La protesi d’anca è indicata soprattutto nell’artrosi severa con dolore e rigidità invalidanti. Altre indicazioni: artrite reumatoide, fratture del femore prossimale, necrosi della testa femorale, esiti di deformità congenite o acquisite che alterano la biomeccanica dell’anca.

Sintomi

Dolore cronico in regione inguinale, alla coscia o al gluteo, peggiorato dal movimento e talvolta presente a riposo, associato a rigidità, zoppia e limitazioni nelle attività quotidiane (vestirsi, salire le scale, camminare a lungo).

Diagnosi

Valutazione clinica con analisi del cammino, mobilità articolare e test ortopedici. Radiografie per riduzione dello spazio articolare, osteofiti o deformità; risonanza magnetica nei casi dubbi o per identificare danni precoci.

Trattamenti conservativi

Nelle fasi iniziali: farmaci analgesici/antinfiammatori, fisioterapia per forza e mobilità, ausili alla deambulazione e, selettivamente, infiltrazioni intra-articolari di acido ialuronico. Utili per controllare i sintomi ma non sempre risolutivi.

Intervento chirurgico

Quando dolore e limitazioni restano severi, si procede con protesi totale d’anca: sostituzione di testa femorale e acetabolo con componenti in metallo, ceramica o polietilene. Obiettivo: ripristinare funzione e ridurre il dolore a lungo termine.

Tempistiche di riabilitazione

Mobilizzazione precoce a poche ore dall’intervento; deambulazione assistita entro 24–48 ore. Ritorno a vita attiva in circa 4–8 settimane, con fisioterapia per migliorare forza, coordinazione e ampiezza di movimento.

Complicanze possibili

Infezioni, lussazione protesica, trombosi venosa profonda, usura o mobilizzazione dei componenti. Con tecnica accurata, profilassi e riabilitazione adeguata, i rischi sono contenuti.

Prevenzione

Mantenere peso adeguato, attività fisica regolare e trattamento tempestivo delle patologie dell’anca può ritardare o evitare la necessità di protesi.

02

ARTROSI DELL’ANCA

L’artrosi dell’anca è una patologia degenerativa della cartilagine articolare che causa dolore, rigidità e limitazione funzionale. Può essere primaria o secondaria a malformazioni, traumi o malattie infiammatorie e, se trascurata, può richiedere un intervento protesico.

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Cause

Forme primarie (senza causa specifica) e secondarie: displasia congenita, necrosi avascolare, traumi pregressi, artriti infiammatorie, conflitto femoro-acetabolare. Sovrappeso ed età avanzata aumentano il rischio.

Sintomi

Dolore inguinale, gluteo o coscia che peggiora con il movimento; progressiva rigidità, riduzione del range di movimento, zoppia e difficoltà nelle attività quotidiane (alzarsi da una sedia, indossare le scarpe).

Diagnosi

Visita clinica con valutazione della mobilità e dolore evocato. Radiografie evidenziano restringimento dello spazio articolare, osteofiti e alterazioni ossee. RM utile in casi selezionati.

Trattamenti conservativi

Fisioterapia e terapia fisica, FANS, eventuali condroprotettori, modifiche dello stile di vita. Bastoni/plantari per ridurre il carico; possibile ricorso a infiltrazioni intra-articolari.

Intervento chirurgico

In caso di dolore severo e invalidante non controllabile: protesi d’anca. La scelta dipende da età, livello di attività e stato articolare; obiettivo: ripristinare funzionalità e qualità di vita.

Tempistiche di riabilitazione

Riabilitazione precoce post-operatoria con esercizi per mobilità e forza; deambulazione assistita nei primi giorni. Recupero completo medio in 6–8 settimane, variabile in base alla condizione iniziale.

Complicanze possibili

Infezioni, trombosi, lussazione (se protesizzata), rigidità e dolore persistente. Monitoraggio e riabilitazione corretta riducono il rischio.

Prevenzione

Peso corporeo sano, attività fisica moderata, correzione di anomalie posturali/biomeccaniche. Diagnosi e gestione precoci di displasia e FAI riducono la progressione.

03

FRATTURE DELL’ANCA

Le fratture dell’anca sono frequenti negli anziani e richiedono spesso un trattamento chirurgico tempestivo. Un intervento adeguato riduce le complicanze e favorisce il recupero della mobilità.

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Cause

Traumi a bassa energia in anziani osteoporotici; nei giovani, incidenti ad alta energia (cadute gravi, sport, strada). Fattori di rischio: età avanzata, fragilità ossea, disturbi dell’equilibrio, pregresse fratture.

Sintomi

Dolore acuto all’anca/inguine, impossibilità a camminare o muovere la gamba, gonfiore ed ematoma; possibile accorciamento e rotazione esterna dell’arto.

Diagnosi

Esame clinico e radiografie per tipizzazione della frattura; TAC nei casi dubbi o complessi per pianificare il trattamento.

Trattamenti conservativi

Rari: solo per controindicazioni assolute alla chirurgia o fratture composte e stabili. Implicano prolungato allettamento con elevato rischio di complicanze.

Intervento chirurgico

Nella maggior parte dei casi chirurgia urgente: osteosintesi con viti/placche, endoprotesi (sostituzione parziale) o protesi totale in base a età, tipo di frattura e qualità ossea.

Tempistiche di riabilitazione

Inizio entro 24–48 ore post-intervento: mobilizzazione precoce, rinforzo muscolare e training al cammino con ausili. Recupero medio in 2–3 mesi, personalizzato in base alla fragilità.

Complicanze possibili

Infezioni, ritardo di consolidazione, fallimento dell’impianto, lussazione (se protesi), tromboembolismo e perdita di autonomia. Trattamento tempestivo e rehab mirata riducono i rischi.

Prevenzione

Terapia dell’osteoporosi, attività fisica regolare, correzione di deficit visivi/equilibrio, messa in sicurezza della casa e identificazione precoce dei soggetti a rischio.

04

DISPLASIA E CONFLITTO FEMORO-ACETABOLARE

La displasia dell’anca e il conflitto femoro-acetabolare (FAI) sono alterazioni strutturali che compromettono il movimento articolare e possono evolvere in artrosi precoce. Il trattamento varia dalla fisioterapia alla chirurgia, in base alla gravità.

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Cause

Displasia: acetabolo poco profondo con scarsa copertura della testa femorale e instabilità. FAI: anomalie CAM (testa/collo femorale), PINCER (copertura acetabolare eccessiva) o miste che generano attrito e danno cartilagineo/labro.

Sintomi

Dolore inguinale o laterale con movimenti e sport, rigidità e limitazioni funzionali. Nei casi avanzati: scrosci, zoppia e segni di sofferenza cartilaginea, precursori di artrosi.

Diagnosi

Esame clinico con test di conflitto; imaging con radiografie del bacino, TAC e RM (anche con artrografia) per definire anomalie ossee e stato di cartilagine e labbro.

Trattamenti conservativi

Nei quadri lievi: fisioterapia mirata, attività a basso impatto, controllo del peso e FANS; infiltrazioni per sollievo sintomatico. Non correggono le anomalie strutturali.

Intervento chirurgico

Se il dolore persiste o sono presenti danni strutturali: artroscopia per rimodellamento CAM/PINCER e riparazione del labbro; nelle displasie severe, osteotomia correttiva o protesi d’anca.

Tempistiche di riabilitazione

Dopo artroscopia: fisioterapia entro pochi giorni, carico progressivo con recupero in 6 settimane–3 mesi. Interventi più invasivi richiedono percorsi e tempi più lunghi.

Complicanze possibili

Dolore residuo, rigidità, infezioni o lesioni neurovascolari. Displasia non trattata può evolvere in artrosi con possibile futura indicazione protesica.

Prevenzione

Diagnosi precoce, soprattutto nei giovani sportivi, e follow-up dei casi lievi consentono interventi tempestivi e riducono il rischio di degenerazione articolare.

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FAQ ORTOPEDIA DELL’ANCA

01

Quali sono i primi segnali di un problema all’anca?

I primi segnali di un problema all’anca includono dolore localizzato nella zona inguinale, rigidità articolare al risveglio o dopo periodi di inattività e difficoltà nei movimenti quotidiani, come salire le scale o allacciarsi le scarpe. È importante non sottovalutare questi sintomi, soprattutto se persistono nel tempo.

02

Quando si rende necessaria una protesi d’anca?

La protesi d’anca si rende necessaria quando il dolore e la limitazione funzionale causati da artrosi, fratture o altre patologie diventano invalidanti e non rispondono più ai trattamenti conservativi come fisioterapia, farmaci o infiltrazioni. In questi casi, l’intervento chirurgico rappresenta la soluzione più efficace per ripristinare la mobilità e migliorare la qualità della vita. In caso di problemi articolari in altre sedi, come il ginocchio, puoi approfondire i trattamenti ortopedici del Ginocchio.

03

L’artroscopia dell’anca è indicata per tutti i pazienti con conflitto femoro-acetabolare?

L’artroscopia dell’anca è indicata soprattutto nei pazienti giovani con conflitto femoro-acetabolare in fase iniziale o moderata, quando non sono ancora presenti danni articolari gravi. Nei casi più avanzati, con artrosi o deformità importanti, può essere necessario ricorrere a interventi più invasivi, come l’osteotomia o la protesi d’anca.

04

Dopo una frattura dell’anca è possibile recuperare la mobilità?

Dopo una frattura dell’anca è possibile recuperare una buona autonomia motoria, a condizione che l’intervento chirurgico sia tempestivo e seguito da un programma di riabilitazione personalizzato. Il percorso di recupero varia in base all’età del paziente, al tipo di frattura e alla presenza di eventuali comorbidità, ma nella maggior parte dei casi è possibile tornare a camminare normalmente.

05

Protesi d’anca: in cosa consiste l’intervento all’anca?

L’intervento all’anca con protesi consiste nella sostituzione delle superfici articolari danneggiate con componenti artificiali in metallo, ceramica o polietilene. L’obiettivo della protesi d’anca è ridurre il dolore, migliorare la mobilità e ripristinare la qualità della vita del paziente.

Il dottor Nicola Bigliazzi, ortopedico a Lucca e Livorno, nel suo studio medico al computer

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