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ORTOPEDICO SPECIALISTA
DELLA SPALLA

Trattamenti Avanzati per le Patologie della spalla

La spalla è un'articolazione complessa e altamente mobile, soggetta a diverse problematiche, tra cui: lesioni traumatiche, infiammazioni e degenerazioni articolari. Il Dott. Bigliazzi offre un approccio personalizzato per il trattamento ortopedico della spalla, proponendo soluzioni conservative e interventi chirurgici.

Il Dott. Bigliazzi ortopedico specialista della spalla offre trattamenti personalizzati per recuperi ottimali dei pazienti: dalle terapie conservative fino agli interventi chirurgici avanzati.

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Ortopedico a Lucca Dott. Bigliazzi visita specialistica della spalla

TRATTAMENTI E INTERVENTI DELLA SPALLA

Il Dott. Bigliazzi svolge la sua attività chirurgica presso strutture ospedaliere specializzate ed effettua visite ambulatoriali in centri medici qualificati, garantendo ai pazienti un percorso di cura completo e strutturato.

Ambulatorio ortopedico spalla a Lucca con tecniche avanzate

01

LESIONI DELLA CUFFIA DEI ROTATORI

Le lesioni della cuffia dei rotatori coinvolgono i tendini che stabilizzano la spalla. Possono derivare da traumi acuti o da usura progressiva. Provocano dolore, debolezza e limitazione nei movimenti. Il trattamento varia dalla fisioterapia all’intervento in artroscopia.

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Cause

Le lesioni possono derivare da un trauma improvviso (cadute, sollevamento di carichi) o da degenerazione tendinea progressiva legata all’età, a movimenti ripetitivi o a sovraccarico funzionale. Fattori predisponenti includono la postura scorretta, lo sport overhead (nuoto, tennis) e lavori manuali intensi.

Sintomi

Il sintomo principale è il dolore alla spalla, che può irradiarsi al braccio e peggiora durante l’attività e di notte. Si associa spesso a debolezza muscolare, perdita di forza e difficoltà ad alzare il braccio sopra la testa o a compiere movimenti semplici come vestirsi o pettinarsi.

Diagnosi

La diagnosi si basa su test clinici ortopedici e conferma strumentale tramite ecografia o risonanza magnetica, che consentono di visualizzare l’estensione e la sede della lesione. La valutazione serve a distinguere tra lesioni parziali e complete, guida essenziale per il piano terapeutico.

Trattamenti conservativi

Nelle lesioni parziali o nei pazienti non candidabili all’intervento, il trattamento prevede fisioterapia, farmaci antinfiammatori, ghiaccio locale e infiltrazioni di cortisone o acido ialuronico. Il potenziamento muscolare è fondamentale per compensare la perdita di funzione.

Intervento chirurgico

Nelle lesioni complete o nei pazienti attivi, si procede con l’intervento artroscopico di riparazione tendinea. In caso di lesioni irreparabili si può valutare il trasferimento tendineo o la protesi inversa di spalla. L’approccio è mininvasivo e consente un recupero progressivo e controllato.

Tempistiche di riabilitazione

La riabilitazione post-operatoria è graduale: inizialmente si protegge la spalla con un tutore, poi si passa a esercizi passivi e attivi sotto controllo fisioterapico. Il recupero completo avviene in genere in 4–6 mesi, con miglioramenti significativi nella forza e nella mobilità.

Complicanze possibili

Le complicanze includono rigidità, dolore persistente, infezioni o fallimento della riparazione. Un’aderenza al protocollo riabilitativo e un approccio chirurgico personalizzato riducono significativamente i rischi.

Prevenzione

Per prevenire le lesioni è utile mantenere un buon tono muscolare della spalla, evitare sovraccarichi ripetitivi, correggere la postura e prestare attenzione durante attività sportive o lavorative che comportano movimenti ripetuti del braccio sopra la testa.

02

LUSSAZIONE E INSTABILITÀ DI SPALLA

La lussazione di spalla è la fuoriuscita della testa dell’omero dalla sua sede, spesso dovuta a traumi o predisposizioni anatomiche. Quando si verifica più volte, si parla di instabilità. Il suo trattamento varia dalla fisioterapia a un possibile intervento alla spalla.

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Cause

La lussazione della spalla si verifica quando la testa dell’omero fuoriesce dalla cavità glenoidea. È spesso causata da traumi sportivi, cadute o movimenti bruschi con braccio in abduzione e rotazione esterna. In soggetti giovani o con lassità articolare, la lussazione può ripresentarsi più volte, dando origine a una condizione di instabilità cronica.

Sintomi

I sintomi includono dolore acuto e improvviso, deformità visibile della spalla e perdita di mobilità immediata. Dopo la prima lussazione, il paziente può avvertire sensazioni di instabilità, apprensione durante i movimenti e una diminuzione della forza, soprattutto in gesti che comportano il sollevamento del braccio.

Diagnosi

La diagnosi si effettua tramite esame obiettivo, valutando la stabilità articolare con test clinici specifici. Radiografie post- trauma escludono fratture associate. La risonanza magnetica o l’artro-RM sono fondamentali per analizzare i danni ai legamenti, alla capsula articolare e al cercine glenoideo.

Trattamenti conservativi

Dopo una prima lussazione, in particolare nei pazienti non sportivi o nei soggetti più anziani, si può tentare un trattamento conservativo: immobilizzazione temporanea, terapia farmacologica e successiva fisioterapia mirata al rinforzo muscolare e al controllo neuromotorio della spalla.

Intervento chirurgico

Nei casi di instabilità recidivante o nei pazienti sportivi, si opta per l’intervento chirurgico. Il più comune è il trattamento artroscopico con reinserzione del cercine glenoideo (intervento di Bankart). In presenza di difetti ossei importanti, può essere necessaria una stabilizzazione ossea (intervento di Latarjet).

Tempistiche di riabilitazione

Dopo l’intervento, la spalla viene mantenuta in tutore per alcune settimane. La riabilitazione prevede una fase iniziale di recupero passivo, seguita da esercizi attivi e propriocettivi. Il ritorno allo sport è possibile tra i 4 e i 6 mesi, in base al tipo di intervento e alla disciplina praticata.

Complicanze possibili

Le complicanze possono includere rigidità post-operatoria, recidiva di instabilità, dolore residuo e, raramente, artrosi secondaria. Un’accurata selezione chirurgica e una riabilitazione progressiva sono fondamentali per ridurre i rischi e favorire un recupero ottimale.

Prevenzione

Nei soggetti predisposti o dopo un primo episodio traumatico, è importante seguire un programma riabilitativo precoce per rinforzare la muscolatura stabilizzatrice della spalla. Evitare gesti ad alto rischio e utilizzare protezioni in ambito sportivo può ridurre le possibilità di recidiva.

03

ARTROSI DELLA SPALLA E PROTESI

L’artrosi della spalla è una degenerazione della cartilagine che riveste l’articolazione gleno-omerale, causando dolore cronico e rigidità. Nei casi avanzati, l’intervento con protesi totale o inversa della spalla rappresenta la soluzione per recuperare mobilità e ridurre il dolore.

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Cause

L’artrosi della spalla è una patologia degenerativa che colpisce l’articolazione gleno-omerale. Le cause principali includono l’usura progressiva della cartilagine articolare dovuta all’invecchiamento, esiti di traumi, fratture o instabilità cronica. Può anche derivare da patologie infiammatorie come l’artrite reumatoide o da lesioni massive e irreparabili della cuffia dei rotatori.

Sintomi

I pazienti riferiscono dolore profondo e persistente alla spalla, che peggiora con i movimenti e può disturbare il sonno. La rigidità articolare è progressiva, limitando i gesti quotidiani come pettinarsi, allacciarsi la cintura o sollevare oggetti. Nelle fasi avanzate può comparire una deformità articolare.

Diagnosi

La diagnosi si basa sull’esame clinico e su indagini strumentali. Le radiografie evidenziano la riduzione dello spazio articolare, osteofiti e deformazioni ossee. La risonanza magnetica o la TC possono essere utili per valutare lo stato dei tessuti molli e programmare l’intervento protesico, se necessario.

Trattamenti conservativi

Nelle fasi iniziali, il trattamento può essere conservativo. Comprende fisioterapia, infiltrazioni con acido ialuronico o cortisonici e farmaci antinfiammatori per il controllo del dolore. Anche modificare alcune attività quotidiane può contribuire a ridurre i sintomi e rallentare la progressione della malattia.

Intervento chirurgico

Quando il dolore è invalidante e i trattamenti conservativi risultano inefficaci, si ricorre alla protesi di spalla. Esistono due principali tipi: la protesi anatomica (quando la cuffia è integra) e la protesi inversa (in caso di lesione massiva della cuffia dei rotatori). L’obiettivo è ridurre il dolore e ripristinare una buona mobilità.

Tempistiche di riabilitazione

Dopo l’intervento, la spalla viene immobilizzata per alcune settimane. La fisioterapia è fondamentale e prevede un recupero progressivo dei movimenti, della forza e della funzionalità. Il miglioramento clinico è graduale e i benefici si consolidano nei primi 6 mesi post-operatori.

Complicanze possibili

Le complicanze possono includere infezione, lussazione della protesi, rigidità o dolore residuo. Nei casi di protesi inversa, può verificarsi un'usura precoce della scapola. Una buona tecnica chirurgica e il rispetto del percorso riabilitativo riducono significativamente il rischio di complicanze.

Prevenzione

Non è sempre possibile prevenire l’artrosi, ma mantenere la spalla in movimento, evitare sovraccarichi e trattare precocemente eventuali patologie della cuffia dei rotatori o instabilità articolari può ridurre il rischio di degenerazione precoce.

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CONFLITTO SUBACROMIALE

Il conflitto subacromiale si verifica quando i tendini della cuffia dei rotatori sfregano contro il tetto osseo della spalla, causando infiammazione e dolore. È comune nei movimenti ripetitivi sopra la testa. La terapia va dalla fisioterapia alla decompressione chirurgica.

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Cause

Il conflitto subacromiale si verifica quando i tendini della cuffia dei rotatori vengono compressi tra l’acromion e l’omero durante i movimenti del braccio, in particolare l’elevazione. È spesso causato da alterazioni anatomiche dell’acromion, da squilibri muscolari o da sovraccarichi funzionali, soprattutto in chi compie gesti ripetitivi sopra la testa (atleti, operai, imbianchini).

Sintomi

Il sintomo principale è un dolore localizzato alla parte anteriore o laterale della spalla, che peggiora con i movimenti sopra il livello della spalla e durante la notte. I pazienti riferiscono una riduzione della forza e della mobilità, con difficoltà a compiere gesti quotidiani come sollevare oggetti o vestirsi.

Diagnosi

La diagnosi si basa sull’anamnesi, sull’esame clinico con test specifici (come il test di Neer o Hawkins) e su esami strumentali. L’ecografia è utile per valutare lo stato dei tendini, mentre la risonanza magnetica fornisce un quadro dettagliato dell’anatomia e dell’eventuale degenerazione tendinea.

Trattamenti conservativi

Il trattamento iniziale è quasi sempre conservativo e comprende fisioterapia specifica per riequilibrare la muscolatura scapolo-omerale, farmaci antinfiammatori e, se necessario, infiltrazioni di corticosteroidi per ridurre l’infiammazione. Anche le modifiche dell’attività lavorativa o sportiva possono essere utili.

Intervento chirurgico

In caso di fallimento del trattamento conservativo o in presenza di lesioni associate della cuffia dei rotatori, si può ricorrere all’intervento chirurgico in artroscopia. L’acromionplastica consiste nella rimozione di una porzione dell’acromion per aumentare lo spazio subacromiale e ridurre la compressione sui tendini.

Tempistiche di riabilitazione

Dopo l’intervento, il braccio può essere immobilizzato per pochi giorni. La riabilitazione è fondamentale e inizia con esercizi passivi, seguiti da un recupero attivo della mobilità e del controllo muscolare. Il ritorno alle normali attività avviene generalmente entro 2–3 mesi.

Complicanze possibili

Le complicanze sono rare, ma possono includere rigidità post-operatoria, dolore persistente o recidiva del conflitto. Un corretto percorso riabilitativo e l’eliminazione delle cause funzionali aiutano a prevenirle efficacemente.

Prevenzione

La prevenzione passa attraverso il rinforzo della muscolatura della spalla e della scapola, la correzione della postura e l’attenzione ai gesti ripetitivi. È importante intervenire precocemente ai primi segni di dolore per evitare l’evoluzione in lesioni croniche della cuffia.

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CAPSULITE ADESIVA (SPALLA CONGELATA)

La spalla congelata è una condizione caratterizzata da rigidità progressiva e dolore marcato, legata a un'infiammazione della capsula articolare. L'evoluzione è lenta e può durare diversi mesi. Il trattamento prevede fisioterapia, farmaci o intervento in artroscopia.

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Cause

La capsulite adesiva, nota anche come “spalla congelata”, è causata da un’infiammazione della capsula articolare che porta a rigidità progressiva e dolore. Le cause possono essere idiopatiche (senza fattori noti) o secondarie a traumi, interventi chirurgici, patologie metaboliche (come il diabete), problemi tiroidei o immobilizzazione prolungata della spalla.

Sintomi

Il disturbo si sviluppa in tre fasi: inizialmente si avverte un dolore persistente, anche notturno, seguito da una crescente rigidità della spalla (fase “congelata”) che limita fortemente i movimenti. L’ultima fase è quella del recupero, in cui il dolore si riduce gradualmente e la mobilità migliora.

Diagnosi

La diagnosi si basa principalmente sull’esame clinico: la caratteristica distintiva è la marcata limitazione dei movimenti attivi e passivi della spalla, in tutte le direzioni. La risonanza magnetica può escludere altre patologie (come lesioni tendinee), mentre l’ecografia mostra un ispessimento della capsula articolare.

Trattamenti conservativi

Il trattamento è in genere conservativo e prevede l’uso di antinfiammatori, fisioterapia mirata per mantenere la mobilità e, in alcuni casi, infiltrazioni intra-articolari di corticosteroidi. La pazienza è fondamentale: il recupero è lento ma spontaneo nella maggior parte dei casi.

Intervento chirurgico

Se il trattamento conservativo fallisce e la rigidità persiste oltre 12 mesi, si può considerare l’intervento chirurgico. L’artrolisi in artroscopia consente di liberare la capsula articolare retratta, migliorando la mobilità. Si tratta comunque di una soluzione riservata ai casi più resistenti.

Tempistiche di riabilitazione

Il percorso riabilitativo è lungo e può durare diversi mesi. Dopo un eventuale intervento, la fisioterapia intensiva inizia subito per evitare una nuova rigidità. Anche in caso di trattamento conservativo, la costanza negli esercizi è fondamentale per il recupero.

Complicanze possibili

Le complicanze includono dolore persistente, limitazione funzionale cronica o recidiva del blocco articolare. Il rischio aumenta in assenza di una fisioterapia regolare o se non vengono trattate le cause sottostanti (come il diabete).

Prevenzione

Non sempre è possibile prevenire la capsulite adesiva, ma è importante evitare l’immobilizzazione prolungata della spalla, soprattutto dopo un trauma o un intervento. Un’attività fisica regolare e controlli medici nei pazienti a rischio possono ridurre la probabilità di svilupparla.

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FAQ ORTOPEDIA DEL GINOCCHIO

01

Quando è necessario rivolgersi a un ortopedico specialista della spalla?

È consigliabile rivolgersi a uno specialista in presenza di dolore persistente, limitazione dei movimenti, instabilità articolare o dopo traumi che coinvolgono la spalla. Un intervento precoce migliora i risultati terapeutici e riduce il rischio di cronicizzazione.

02

Quali sono le differenze tra protesi anatomica e protesi inversa di spalla?

La protesi anatomica riproduce la normale anatomia della spalla ed è indicata quando la cuffia dei rotatori è integra. La protesi inversa è usata in caso di lesioni massive e non riparabili della cuffia: consente di compensare il deficit muscolare sfruttando il deltoide.

03

È possibile curare la capsulite adesiva senza chirurgia?

Sì, nella maggior parte dei casi la capsulite adesiva si risolve con trattamenti conservativi: farmaci antinfiammatori, infiltrazioni e fisioterapia mirata. Solo i casi più gravi e resistenti richiedono l'intervento chirurgico.

04

Il dolore alla spalla può essere causato da un conflitto subacromiale anche senza traumi?

Assolutamente sì. Il conflitto subacromiale può insorgere gradualmente per cause funzionali, come squilibri muscolari o cattiva postura, anche in assenza di traumi evidenti. Una valutazione precoce permette di evitare l’aggravamento del quadro clinico.

05

Visita ortopedica spalla: come si svolge?

La visita ortopedica alla spalla prevede un colloquio iniziale per raccogliere informazioni su dolore, traumi o limitazioni funzionali, seguito da un esame clinico per valutare mobilità, forza muscolare e stabilità. Se necessario, il medico può richiedere esami strumentali come radiografie o risonanza magnetica per una diagnosi più precisa.

Il dottor Nicola Bigliazzi, ortopedico a Lucca e Livorno, nel suo studio medico al computer

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